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L'ETA' DI FILIPPO II
Filippo II
Filippo II era molto impegnato nella lotta contro i protestanti, tanto
che questi ultimi lo definirono il Demone del Mezzogiorno.
Aveva un carattere cupo, malinconico e propenso allisolamento, infatti
a differenza di suo padre (che viaggiava molto) egli rimase prevalentemente
nella sua reggia a Madrid. Egli fece trasferire lì la sua corte,
in un palazzo, lEscorial, una via di mezzo tra un convento e una
fortezza. La città non aveva altro privilegio se non quello della
centralità geografica, era però assai più difficile
da raggiungere che le città costiere, ricche di porti e commercialmente
molto attive. La sua prudenza e le lunghe riflessioni (che spesso si tramutavano
in lentezza eccessiva) che egli faceva prima di effettuare ogni scelta
gli conferirono il soprannome di Re Prudente. Egli non si fidava di nessuno,
passava le giornate a riflettere sulle questioni amministrative, ciò
portò i contemporanei a pensare che la Spagna fosse divenuta un
paese incapace di evolversi.
I problemi del governo: burocrazia ed economia
Filippo II, oltre ad essere il monarca, era anche una sorta di capo della
Chiesa, seppur sottomesso allautorità papale. Egli godeva
del diritto di presentazione che gli consentiva di nominare vescovi di
suo gradimento attraverso i quali controllava le gerarchie ecclesiastiche;
inoltre, lInquisizione spagnola faceva capo a lui anziché
al papa. Le decisioni importanti venivano prese dal sovrano, ma i vari
settori politici ed amministrativi erano affidati a singoli organismi:
gli affari esteri e la politica interna erano in mano al Consejo de Estado
(formato dai personaggi più rappresentativi della corte); supervisionava
leconomia e le finanze il consiglio di Hacienda real; mentre i territori
erano amministrati dai consigli delle singole regioni. A questi organi
corrispondeva un enorme piramide di funzionari che ottenevano la carica
comprandola; il costo variava in base allimportanza della carica.
Questi funzionari, oltre allo stipendio, riscuotevano direttamente dei
compensi dai cittadini per ogni atto amministrativo, di solito a scapito
dei ceti più umili.
In America
In America fu esportata la stessa struttura burocratica Spagnola, solo
che qui i funzionari, accorsi con lunico scopo di arricchirsi, non
si ponevano limiti nel depauperare la popolazione. Fu istituito il tribunale
dellInquisizione e si creò una potente struttura ecclesiastica,
i cui membri, tranne per qualche rara eccezione, pensavano unicamente
ad arricchirsi, agli indigeni fu inoltre preclusa la possibilità
di entrare a far parte del clero. Dal 1560 iniziarono poi ad affluire
in Spagna enormi quantitativi di oro e dargento, sui cui nessun
altro stato dellepoca poteva contare.
Lamministrazione economica
Tutte queste ricchezze non vennero usate per favorire lo sviluppo del
paese, sia a causa dello stile di vita della corte, dedita allo sfarzo
e allo spreco, ma sopratutto perché non si investì sul settore
manifatturiero e commerciale, malvisto; non si potenziò nemmeno
lagricoltura, che non era neppure in grado di soddisfare il fabbisogno
delle popolazioni iberiche, costringendo il popolo a importare derrate
alimentari. E pur vero però che queste ricchezze provenienti
dalle Indie garantivano alla Spagna un ruolo di prima potenza, sopratutto
in campo militare. Ma esse provocarono un forte aumento dei prezzi: allincremento
della domanda non corrispondeva infatti un adeguato aumento dellofferta.
La domanda si riversò quindi sui mercati esteri, arricchendo le
potenze nemiche. In sostanza il Regno di Spagna era costantemente indebitato,
tanto che Filippo II fu costretto per tre volte a dichiarare la bancarotta.
Il commercio tra la madre patria e le colonie era soggetto a restrizioni:
le colonie non potevano commerciare né con stranieri né
tra di loro; tutti i traffici dovevano passare per il porto di Siviglia
(monopolio regio). La povertà del sistema produttivo spingeva le
colonie a eludere i divieti e a comprare merci di contrabbando, che assunse
dimensioni eclatanti.
I problemi del governo: spazi e tempi
In questepoca la circolazione di lettere, merci, informazioni, nel
XVI secolo era molto lenta, ciò ostacolava il buon funzionamento
di un impero vasto come quello di Federico II, il quale necessitava ogni
giorno di direttive. I viaggi via mare, i più veloci dellepoca
(per attraversare il Mediterraneo in direzione nord-sud ci volevano due
settimane, in direzione est-ovest due mesi), erano anche i più
costosi, inoltre la durata di un viaggio non era quasi mai prevedibile
a causa del clima che incideva notevolmente. Questi problemi, comuni a
tutti i sovrani, nel Regno di Spagna erano aggravati dalla vastità
dei possedimenti, la dispersione dei territori rendeva assai difficile
governarli.
La pirateria mediterranea e la lotta contro i turchi
Nel frattempo nel Mediterraneo si combatteva leterna guerra tra
lImpero ottomano ed il Regno di Spagna che possedevano un potenziale
bellico enorme ma equivalente. Nel 1560 i turchi avevano sconfitto a Ceuta
la flotta spagnola e tenuto sotto assedio Malta. Ma il vero problema era
la pirateria musulmana, che vedeva in prima linea i pirati barbareschi.
Essi agivano con grosse formazioni navali ed erano organizzati militarmente.
Durante tutto il XVI secolo essi saccheggiarono quasi tutte le rotte commerciali
più importanti, in una sola stagione catturarono 50 navi nello
Stretto di Gibilterra e fecero 4000 prigionieri nel territorio di Granada.
La loro base era Algeri, dove i beni rubati ne favorirono il veloce sviluppo:
vi approdavano commercianti da ogni dove, le merci erano le più
disparate. Algeri era una città cosmopolita, piena di schiavi,
rifugiati e rinnegati, linfluenza dei vari gruppi etnici variava
col variare dei personaggi emergenti.
Oltre alla pirateria musulmana esisteva però una pirateria cristiana,
i cui massimi esponenti erano Malta e Livorno. I pirati cristiani attaccavano
prevalentemente le navi musulmane, ma non si facevano scrupoli a saccheggiare
pure quelle cristiane. Questa attività inoltre era praticata non
solo da corsari, ma anche da navi militari e commerciali. Esisteva anche
una pirateria riconosciuta e autorizzata, la corsa, utilizzata dalle potenze
in guerra per danneggiare lavversario. Dal punto di vista economico
la pirateria rappresentava un circuito di scambi forzati che
si affiancavano agli scambi convenzionali.
La presa di Cipro e la battaglia di Lepanto
La tensione tra la Spagna ed il sultano turco Selim II, successore di
Solimano il Magnifico, raggiunse lapice quando i turchi occuparono
Cipro, zona strategica, nel 1570. Questo scosse lintero mondo cattolico
che, grazie allaiuto di papa Pio V, si unì in una Lega Santa
contro i turchi, che comprendeva lo stato pontificio, la Spagna e Venezia.
Fu armata un'imponente flotta guidata dal fratello di Filippo II, Giovanni
dAustria. Il 7 ottobre del 1571 nelle acque di Lepanto la Lega Santa
sconfisse i turchi e liberò più di 15.000 prigionieri. Elemento
decisivo per la vittoria fu la superiorità cattolica nelle armi
da fuoco leggere. Le conseguenze di questa vittoria furono numerose: i
turchi si ripresero rapidamente, stipularono una pace con Venezia e si
tennero Cipro, preferirono però spostare il loro interesse verso
la Persia; le potenze cattoliche ripresero coscienza del loro potenziale
e quindi la pirateria cristiana prese il sopravvento rendendo i traffici
mediterranei più sicuri. Questa vittoria in Spagna ravvivò
lo spirito di crociata, ciò portò ad una persecuzione dei
moriscos (musulmani battezzati) accusati di essere ancora attaccati segretamente
alla loro vecchia fede. Nel 1568 una loro rivolta fu sedata nel sangue
e chi non era morto venne deportato, tanto che nel 1609 in Spagna non
ve ne erano più. Ciò però provocò numerosi
danni alleconomia, poiché i moriscos rappresentavano uno
dei settori più attivi della popolazione.
La guerra dei Paesi Bassi
Approfittando della morte del re del Portogallo, Sebastiano di Braganza,
a cui successe suo nipote lanciatosi in una guerra contro il sultano del
Marocco, Filippo II riuscì ad ottenere il trono portoghese nel
1580 grazie allappoggio del clero, della nobiltà e dei mercanti
portoghesi che volevano espandere i loro commerci e grazie alla sconfitta
della fazione anti-spagnola appoggiata dagli inglesi e dai protestanti
olandesi e francesi. Nello stesso anno fu firmato un armistizio tra i
turchi e la Spagna, la quale, ora padrona del Portogallo, decise di collegare
meglio la penisola iberica ai Paesi Bassi. Questi però, a differenza
dellItalia, mal sopportavano la presenza spagnola che limitava la
loro autonomia tradizionale. Infatti i Paesi Bassi erano divisi in province
governate da assemblee provinciali e da un Parlamento comune, gli Stati
generali. I motivi di questa ostilità erano sia fiscali (i sudditi
nordici non accettarono mai il pesante fiscalismo spagnolo) sia politici
(i nobili, gelosi dei loro privilegi e della loro autonomia non volevano
lintromissione del governo spagnolo nelle loro questioni) sia religiosi
(i calvinisti molto attivi riuscivano a muovere le masse contro gli spagnoli
con argomenti tipo resistenza allo straniero e lotta al cattolicesimo).
Intervento politico e religioso
A differenza del padre che fin da subito aveva capito le difficoltà
nella gestione dei Paesi Bassi, Filippo II si mosse subito con molta durezza,
convito della sua missione divina. Fece pubblicare le risoluzioni del
concilio di Trento, ne pretese la rigida applicazione e diede ordine di
perseguitare i protestanti. Per riformare la Chiesa locale, inefficace
e corrotta, ottenne dal papa listituzione di quattordici nuovi episcopati
di nomina regia. In questo modo immetteva in questi stati uomini di fiducia
che, in quanto vescovi, avevano il diritto di partecipare alle assemblee
provinciali incrinando le autonomie locali. In questo modo perse però
lappoggio della nobiltà sia perché solita avviare
i figli allalta carriera ecclesiastica, sia perché privata
delle loro autonomia. In questo modo Filippo II privò la corona
di appoggi preziosi.
Nel 1566 scoppiò una rivolta degli strati popolari calvinisti a
causa della rigidità religiosa di Filippo e del malessere sociale,
provocando saccheggi e massacri in chiese e conventi. Il re inviò
allora il duca dAlba, ottimo condottiero ma con scarse abilità
politiche.
Con il suo esercito spagnolo e italiano e con lappoggio del Consiglio
dei torbidi (istituito dal duca stesso) punì i rivoltosi e gli
eretici e rafforzò il potere della corona ripristinando la regolarità
del prelievo fiscale. Questa rivolta (detta dei pezzenti) portò
alla nascita di sentimento nazionale tra il popolo e i nobili, anche cattolici,
che si opponevano al dominio spagnolo. Uno di questi nobili è Guglielmo,
principe di Orange, che diventò in breve tempo un abile capo della
rivolta.
Divenne quasi impossibile per la Spagna raggiungere i Paesi Bassi via
terra e anche via mare fu sempre più difficile a causa degli assalti
dei corsari ribelli (detti pezzenti del mare), aiutati dagli inglesi.
Nel 1572 Guglielmo dOrange fu nominato governatore delle Province
del Nord, che comprendevano Stati importanti come lOlanda e la Zelanda,
protette dalle navi corsare sul fronte del mare e da fiumi e territori
inospitali sul fronte terrestre. Nonostante la sostituzione del duca dAlba
con altri generali il conflitto non si risolse, ma diventò invece
sempre più aspro. I massacri attuati dagli spagnoli portarono solo
allaccelerazione dellunione tra le Province del Nord e quelle
del Sud nella comune guerra contro la Spagna.
Solo grazie al governatore Alessandro Farnese la Spagna riuscì
a conquistare le Province del Sud. Egli migliorò lorganizzazione
militare e allo stesso tempo rispettò le autonomie locali. Provocò
anche lo scioglimento dellUnione di Gand (tra i due gruppi di province)
a causa delle religioni contrastanti, si formarono quindi l'Unione di
Arras (cattolica) e l'Unione di Utrecht (protestante). Da questultima
nacque la Repubblica delle sette Province Unite, indipendente dalla Spagna.
La guerra tra questi due Stati sarebbe proseguita per circa un trentennio
e vide partecipe Maurizio d Orange, figlio di Guglielmo morto nel
1584.
Elisabetta dInghilterra
La rivolta dei Paesi Bassi evidenziò che la causa scatenante dei
conflitti e delle alleanze tra fazioni molto diverse tra loro era generalmente
di tipo religioso. Dopo la morte del giovane Edoardo VI salì al
trono Maria Tudor (detta la Cattolica), figlia di Enrico VIII e Caterina
dAragona. Carlo V fece sposare il figlio Filippo II con la nuova
regina nel 1554. Il re di Francia allora fece sposare il figlio Francesco
II con Maria Stuart, principessa ereditaria di Scozia. Si formarono quindi
le alleanze Spagna-Inghilterra e Francia-Scozia.
Attraverso pesanti repressioni Maria la Cattolica restaurò il cattolicesimo
e abolì il Book of Common Prayer (di ispirazione protestante) introdotto
da Edoardo VI. La regina morì dopo pochi anni e a causa delle violente
repressioni fu detta la Sanguinaria.
Da Enrico VIII e Anna Bolena nacque la regina Elisabetta, che nonostante
fosse nata da genitori scomunicati, non fu contrastata da Filippo II perché
se fosse stata spodestata le sarebbe successa Maria Stuart, unificando
le corone dInghilterra e di Scozia appoggiata dal marito Francesco
II, re di Francia.
Elisabetta aveva unottima abilità diplomatica e durante il
suo regno lInghilterra andò in contro ad un periodo di estrema
floridezza economica e culturale, di pace sia politica che religiosa,
evitando il fanatismo religioso e allontanandosi dall'oppressione spagnola
e del Papa. Rafforzò il potere della corona sul clero attraverso
la Legge di supremazia, attraverso cui si nominò "suprema
reggente delle cose sacre e profane" e ristabilì il Book of
Common Prayer. Con i 39 articoli di fede la Chiesa evangelica si avvicinò
ai principi calvinisti, mantenendo comunque l'organizzazione episcopale
ed evitando la diffusione dei calvinisti puritani, frangia estrema e che
professava la purezza dei princìpi protestanti.
Un anno dopo la prematura morte del marito Francesco II (1560) Maria Stuart
salì al trono di Scozia. Una volta regina tentò di far recuperare
potere al cattolicesimo, indebolito dai calvinisti non disposti al dialogo
con la corona, allacciando rapporti con Filippo II e il Papa.
Il secondo marito di Maria Stuart, Lord Danley, fu vittima di un assassinio
a corte e i sospetti sulla regina si acuirono quando sposò il probabile
assassino del suo vecchio marito, il conte di Bothwell. Venne quindi abbandonata
dal popolo e fu costretta ad abdicare in favore del figlio Giacomo e a
rifugiarsi dalla sua rivale Elisabetta.
L'Inghilterra elisabettiana
L'Inghilterra rimaneva comunque una potenza inferiore, senza una struttura
fiscale sviluppata rispetto alla Spagna e alla Francia, non poteva quindi
sostenere spese gravose come una flotta o un esercito. Elisabetta attuò
una politica di modernizzazione, grazie all'aiuto del consigliere Thomas
Gresham, dalla tradizionale esportazione di lana grezza, che iniziò
ad essere lavorata e che fece concorrenza alle industrie italiane. Queste
ultime erano svantaggiate per gli alti costi e gli impedimenti derivati
dalle guerre. La richiesta di lana portò alla trasformazione delle
colture in terreni per l'allevamento. Si sviluppò l'industria del
ferro e l'artigianato (con produttori provenienti dai Paesi Bassi e dalla
Francia a causa delle persecuzioni religiose contro i protestanti). Le
numerose importazioni delle navi mercantili, i cospicui bottini e gli
schiavi negri catturati dai corsari inglesi (non contrastati dalla regina)
migliorarono le condizioni di vita della popolazione.
Questi corsari compirono anche numerose esplorazioni, come l'impresa apparentemente
impossibile della compagnia dei Merchants adventurers, e le due circumnavigazioni
della Terra compiute da Drake e Cavendish (seconde solo a quella del portoghese
Magellano).
Nel 1583 i primi due tentativi di fondare una colonia in America fallirono.
Ma da quel momento iniziò la colonizzazione inglese. La regina
rifiutò il trattato di Tordesillas tra Spagna, Portogallo e papato,
riconoscendo i diritti di possesso solo sui territori già scoperti.
Le navi inglesi ripresero anche le rotte del Mediterraneo e i porti divennero
i più efficienti del mondo.
Dal 1555 al 1600 furono fondate la Compagnia della Moscovia, detentrice
dei traffici con la Russia; la Compagnia del Levante, che acquisì
nuovi spazi commerciali attraverso la rivalità tra spagnoli e turchi;
la Compagnia delle Indie orientali, che aveva sbocchi sulle coste dellIndia.
La guerra tra Spagna e Inghilterra
Maria Stuart era a capo di numerosi progetti per salire al trono di Inghilterra
in nome del Cattolicesimo. Infatti venivano inviati gesuiti nel disperato
tentativo di convertire la popolazione, agenti segreti con il compito
di scatenare sommosse, sicari inviati per uccidere la regina.
Gli inviati del papa e del re di Spagna agirono anche in Irlanda, i cui
abitanti fermamente cattolici resistevano da tempo agli inglesi. Iniziarono
numerose persecuzioni degli inglesi verso i missionari cattolici perché
consideravano i due Stati come attentatori alla vita di Elisabetta, allindipendenza
nazionale e alle credenze religiose del paese. Nel 1579-81 gli inglesi
repressero duramente una rivolta irlandese bruciando sistematicamente
le campagne causando una carestia. La scoperta di unennesima congiura
costrinse Elisabetta a condannare a morte la regina scozzese nel 1587.
Dopo la morte di Maria Stuart il re di Spagna Filippo II (considerato
portavoce della Controriforma) decise di attaccare lInghilterra
per sconfiggere il nemico più importante della religione cristiana.
Limpresa era ardua a causa della abile flotta inglese e della pericolosità
dei mari.
La flotta spagnola (detta LInvincibile Armata) era enorme e una
volta che avesse conquistato la Manica, 30.000 soldati di stanza nei Paesi
Bassi lavrebbero attraversata. Nel 1588, dopo essere stata ostacolata
dalle incursioni di Drake e altri corsari inglesi, entrò nella
Manica. Fu la prima battaglia navale combattuta interamente con lartiglieria:
le navi spagnole erano grandi e difficili da manovrare, con unartiglieria
adatta al tiro ravvicinato; le navi inglesi erano invece più agili,
con cannoni a lunga gittata. Questa nuova tecnica di combattimento (che
inaugurò la guerra navale moderna) e una forte tempesta costrinsero
la flotta spagnola a ritornare in patria.
Le guerre di religione in Francia
Nel 1559 il giovane re di Francia Enrico II morì in un torneo organizzato
per festeggiare la pace di Cateau-Cambrésis. Salì al trono
Francesco II, sposato con Maria Stuart a soli quindici anni. Data la giovinezza
del sovrano la reggenza la ottennero il duca Francesco di Guisa e il cardinale
di Lorena. Anche Francesco II morì dopo un anno di regno e gli
successe Carlo IX, ancora bambino.
La reggenza di un paese instabile dal punto di vista economico, finanziario
e religioso fu presa dalla madre Caterina dei Medici. Nonostante le repressioni
di Enrico II gli ugonotti si stavano diffondendo sempre di più.
Data la giovane età dei sovrani e linsicurezza di Caterina
il governo era facilmente influenzato dalla fazione cattolica (guidata
dai Guisa) e quella protestante (guidata da Coligny).
Caterina decise allora di garantire libertà di culto ai calvinisti,
ma non riuscì a risolvere linasprimento politico e religioso,
che invece aumentò. Gli ugonotti erano inferiori di numero ma meglio
organizzati, cercavano di assumere tutte le cariche pubbliche nelle loro
città. Nel 1562 i Guisa, dopo aver sventato un colpo di Stato,
uccisero un gran numero di ugonotti (massacro di Vassy) originando una
guerra civile che indebolì fortemente la Francia. I conflitti non
si placarono neanche in seguito allaccordo di Amboise, perché
il riconoscimento della limitata libertà di culto degli ugonotti
fu presto messo in crisi da nuovi contrasti.
Nel 1572, la notte di San Bartolomeo, il popolo di Parigi fu incitato
dal duca di Angiò Enrico III a massacrare migliaia di ugonotti
riunitisi per una cerimonia. A seguito di questo massacro si formò
il gruppo dei cosiddetti poliquties di ispirazione erasmiana
e di ceto elevato che combatteva il fanatismo religioso.
La situazione fu ulteriormente aggravata dalla morte di Carlo IX e la
successione del fratello Enrico III. I protestanti si riorganizzarono
guidati da Enrico di Borbone e i cattolici nella Lega santa, capeggiata
da Enrico di Guisa, questi ultimi appoggiati dalla monarchia spagnola.
Ma nel 1588 a seguito della sconfitta nella Manica degli spagnoli Enrico
III si alleò con Enrico di Borbone, facendo assassinare Enrico
di Guisa. Questa morte fu vendicata da un frate domenicano e Enrico III
prima di morire designo come successore Enrico di Borbone a patto che
si convertisse al cattolicesimo.
Egli salì al trono con il nome di Enrico IV e la minaccia protestante
portò Filippo II ad intervenire e il papa a dichiarare nulla la
successione. Le truppe spagnole capeggiate da Alessandro Farnese furono
respinte grazie allabilità di Enrico IV e alla resistenza
popolare francese. Il re di Francia nel 1593 si convertì ufficialmente
al cattolicesimo e papa Clemente VIII riconobbe la sua successione al
trono di Francia.
Nel 1598 Francia e Spagna firmarono la pace di Vervins e le truppe spagnole
furono ritirate. Con lEditto di Nantes agli ugonotti furono riconosciuti
gli stessi diritti dei cattolici e furono concesse 100 piazzeforti nel
paese. Per accontentare laltra fazione il calvinismo fu abolito
a Parigi e nelle zone limitrofe.
Rafforzamento dello Stato e monarchie assolute
In questo periodo fu costituito la Stato moderno, accentrato e assoluto.
Le istituzioni politiche furono avviate a causa dei conflitti tra le monarchie
e le conseguenti necessità militari. Servivano riscossioni regolari
ed estese per poter mantenere un esercito permanente, gestite dalle istituzioni
giudiziarie.
Accentramento e assolutismo
Un esercito permanente, fisco, burocrazia e apparati coercitivi definiscono
la nuova struttura statale contrapposta alla frammentazione del potere
feudale. In sostanza tutto ruota intorno al sovrano che detiene il potere
assoluto. Il raggiungimento di questo stato è dovuto allo sviluppo
delle monarchie assolute ed accompagnato alla lotta per il ridimensionamento
del potere nobiliare. Per sconfiggere questo potere molte volte i principi
si allearono con il ceto mercantile e quello cittadino. Le monarchie,
tuttavia, non riuscirono mai a ridurre il sistema dei privilegi fiscali
di cui godevano i nobili. Inoltre attraverso la vendita delle cariche
stava nascendo un nuovo ceto burocratico. Questo metodo, indispensabile
per lo stato, creava un problema sostanziale: le cariche divenute ormai
ereditabili, impedivano la rimozione o la sostituzione dei funzionari
da parte dello stato.
Il concetto di sovranità
Il rafforzamento dello stato fu accompagnato da una riflessione laica,
inaugurata da Machiavelli, atta a definire i caratteri della sovranità
e della ragion di stato. Jean Bodin, autore dei Sei Libri della Repubblica,
trattò ampiamente questo tema: egli sosteneva che il potere del
sovrano fosse assoluto ma non arbitrario, ossia egli non era soggetto
alle sue leggi o a quelle dei predecessori, era vincolato solo dai patti
e dalle promesse che aveva fatto; allo stesso modo di un privato che può
essere sciolto da una promessa ingiusta, il principe può essere
esentato da quello che comporta una menomazione della sua maestà.
Il sovrano però non può non rispettare le leggi divine e
naturali, le quali reggono lo Stato, come ad esempio la legge salica.
Giovanni Botero, nel libro Della Ragion di Stato, tratta le leggi che
regolano lazione del governo. Botero rivendicava un adeguamento,
della politica, ai dettami della morale cattolica. In breve tempo però
la ragion di stato servì per legittimare loperato dello stato.
Levoluzione del sistema assolutistico portò alla nascita
di conflitti interni che rappresentarono gli esiti politici più
importanti della crisi del 1600: in Francia questi conflitti portarono
al rafforzamento del potere assoluto, in Spagna ad una crisi permanente,
al fallimento del potere assoluto in Inghilterra ed in Germania con la
guerra dei Trentanni
LEuropa orientale
Nelle regioni dellest primeggiava il Regno di Polonia, formato dalla
Polonia e dal Granducato di Lituania, essi avevano in comune il re ed
una Dieta formata dalla nobiltà, ma godevano di autonomia amministrativa,
finanziaria, militare e giuridica. Questo regno, nel XVII secolo, si estendeva
dal Baltico, al Mar Nero sino al fiume Dnepr. La popolazione era composta
da polacchi, lituani, ucraini, biellorussi, tedeschi, ebrei e profughi
protestanti. La Polonia era infatti conosciuta come asilo degli eretici,
questa tolleranza la salvò dalle guerre di religione. Nonostante
ciò si affermò in Polonia unidentità cattolica,
ancora oggi tipica del popolo polacco, dovuta al fatto che il paese si
trovò costretto a fronteggiare la minaccia della Svezia luterana,
della Turchia musulmana e della Russia cristiana ortodossa. Queste circostanze
portarono allidentificazione tra difesa nazionale e cattolicesimo,
e quindi ad una diffusione di questo in quasi tutta la popolazione. Anche
qui i gesuiti si cimentarono nel recuperare i territori sottratti alla
Chiesa di Roma.
In seguito la morte di Sigismondo Augusto portò alla fine della
dinastia degli Jagelloni con conseguente aumento del potere nobiliare:
da questo momento in poi il monarca veniva eletto dai nobili, i quali
lo costringevano a sottoscrivere un patto nel quale il sovrano si impegnava
a rispettare le libertà di culto dei nobili, convocare la Dieta
ogni due anni e riconoscere il diritto dei nobili di non prestare obbedienza
al re che non avesse rispettato i loro privilegi. Di elezione in elezione
questi impegni aumentavano facendo quasi diventare la Polonia una repubblica
nobiliare. Jean Bodin criticò le limitazioni poste al sovrano,
mentre Tommaso Campanella esaltò il principio delle libere elezioni.
Debolezze del potere regio in Polonia
Quasi tutti i sovrani del Regno di Polonia erano più interessati
ai paesi di origine della propria dinastia che a radicarsi in Polonia:
Enrico di Valois fuggì per occupare il trono francese; Stefano
Bathory passò tutta la vita a cercare di riconquistare la Transilvania
caduta in mano ai turchi; Sigismondo III Vasa, legittimo erede della corona
di Svezia, fu detronizzato dagli stessi svedesi. Lui e suo figlio Ladislao
IV passarono tutta la vita cercando riaffermare i propri diritti.
La legittimazione del potere nobiliare
A diminuire ulteriormente il potere del sovrano vi era la concezione comune,
tra i nobili, di discendere dai sarmati, popolazione leggendaria che sottomise
tutta le altre popolazioni della Polonia, ciò legittimava la ricchezza
dei nobili. Questa legenda inoltre portò alla formazione di una
coscienza nazionale, poiché solo i nobili si ritenevano rappresentativi
della loro nazionalità. Dal punto di vista economico e sociale,
i nobili, proprietari di tutte le terre, sottomisero i contadini e li
obbligarono a corvées . Lasservimento dei contadini polacchi
era favorito dalla richiesta dei paesi occidentali di grano a basso prezzo.
In più la miseria delle campagne, che non potevano permettersi
prodotti dartigianato, e la voluta prevalenza di mercanti stranieri
in Polonia impedì la nascita di una classe borghese.
Il Regno di Russia
A oriente del Regno di Polonia si estendeva quello di Russia. Questo regno
vastissimo era però assai arretrato poiché il potere era
in mano all'aristocrazia locale, i boiari, discendente dai comites dell'antico
principe di Kiev. Il fondatore di questo impero fu Ivan IV che governò
con il titolo di zar (dal latino Caesar), con questo titolo egli si credeva
idealmente erede dell'impero bizantino e fece di Mosca la nuova Costantinopoli.
Ivan intraprese un opera di riforma nel campo militare, giuridico, amministrativo
ecc
tutto questo portò ad un rafforzamento dell'autorità
centrale e ad un ridimensionamento del potere dei boiari. Inoltre divise
il regno in due parti: le regioni centrali, e quelle intorno a Mosca,
erano sotto la diretta amministrazione del sovrano, e presero il nome
di opricnina; tutte gli altri territori, zemscina, erano amministrati
dal consiglio dei boiari la Duma. Contro i boiari inoltre lo zar creò
un'autorevole nobiltà di servizio, a lui legata da vincoli di fedeltà.
Tra il 1564 ed il 1572 circa 4.000 boiari furono giustiziati con l'accusa
di tradimento, per questo motivo gli fu affibbiato il nome di Ivan il
Terribile. La sua politica espansionistica portò alla conquista
di tutto il corso del Volga, del Caucaso, dell'Asia centrale ed in Siberia;
mentre l'espansione verso il Baltico fu fermata dal Regno di Polonia guidato
da Stefano Bàthory. Alla morte di Ivan vi fu un periodo di crisi
che vide per qualche mese il re di Polonia Sigismondo III come zar. In
seguito l'autorità dello stato fu ripristinata grazie a Michele
Romanov, la cui dinastia durò fino al 1917. Le condizioni sociali
dei contadini russi non differivano da quelle dei contadini dell'Est europeo.
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