|
LE ORIGINI DELLA FILOSOFIA
Istituzionalmente vi era stata la diffusione delle pòleis (città-stato)
i cui fulcri erano rappresentati dall'acropoli, sede di culti, tribunali
e fortificazioni e dall'agorà, piazza, sede di assemblee e mercato.
Alle poleis si era arrivati dopo un percorso che dalla monarchia aveva
condotto all' aristocrazia e all'affermarsi di tirannidi e di forme costituzionali.
I due modelli di polis sono considerati Atene e Sparta, la prima città
marinara protesa al commercio con una struttura democratica, la seconda
basata su un'economia terriera e quindi con struttura aristocratica militare.
Le ondate colonizzatrici poi hanno segnato l'espansione nell' Oriente
ed in Italia della civiltà greca e l'entrata in dialogo con queste
culture.
Questo quadro ci conduce all'esame del termine filosofia. Si abbandona
la mitica età dell'oro in cui l'uomo non incide sulla natura ma
ne è succube e si entra nella storia, in cui l'uomo piega la natura
ai propri fini.
Sapiente è così colui che sa cosa sia necessario per fare
bene qualcosa. Poichè il sapere non è statico, è
necessario sapere sempre più, desiderare di sapere, sapere prima
le cose, poi il perchè delle cose. Così filosofia è
l'amore per la sapienza.
L'idea del non possesso della sapienza distingue la cultura greca da quella
orientale, indipendentemente dalle influenze reciproche (il mondo greco
soprattutto ha giovato delle conoscenze matematiche e scientifiche) e
differentemente da chi sostiene che la filosofia sia nata in Oriente:
la sapienza non va difesa e tramandata da una classe sacerdotale e quindi
non è tradizione, quanto atto libero e innovativo di ricerca.
Il termine filosofia compare nelle Storie di Erodoto I, e a quanto ne
sappiamo per primo Eraclito: "E' necessario che gli uomini filosofi
siano buoni indagatori di molte cose", mostrando il duplice significato
del termine: indagine diretta a cogliere l'essere al di là dell'apparenza
o sinonimo di ciascuna disciplina. In Platone (il termine indica sia geometria,
musica e simili discipline sia viene contrapposta all' opinione dòxa
dei sofisti che non cercano il vero che alla sophìa propria degli
dèi) come in Aristotele ( il termine indica sia scienze teoretiche
come matematica etica e fisica che la scienza dell'essere in quanto essere)
vi è questa doppia chiave di lettura, che però presenta
il comune tratto della ricerca.
La storia infatti è visione, nata dalla geografia, dello spazio
e del tempo. E' da aggiungere infine che le fonti della filosofia greca
sono per noi le opere di Platone ed Aristotele e solo frammenti di tutti
gli altri filosofi; le testimonianze di scrittori posteriori.
La cultura greca prefilosofica prima di esaminare il pensiero dei vari
autori, è utile osservare quale fossero le credenze, gli ideali,
le concezioni del popolo greco attraverso un esame della loro cultura.
Anzitutto bisogna tenere presente i problemi che l'analisi presenta :
la poesia ad esempio esprime sì le idee degli autori ma assume
anche un ruolo sociale ed educativo e perciò è espressione
delle idee comuni. Ugualmente il mito ha nucleo storico ma è rappresentazione
fantastica.
La poesia di Omero nasce da tradizioni di epoche diverse, espressione
di ideali aristocratici e monarchici. In essa è evidenziato il
rapporto dell'uomo con il divino, in cui il primo è soggetto al
Fato ed alla Necessità, oscuri e minacciosi ma anche garanti dell'ordine.
L'uomo ha come ideale quello della virtù ed in esso si include
sia la bellezza che la bontà, ma egli è comunque sovrastato
dalla volontà divina.
L'anima si libera dal corpo purificandosi attraverso molteplici trasmigrazioni
da corpo in corpo fin al ricongiungimento col dio che segna la fine del
ciclo delle nascite. Questa dottrina viene attribuita ad Orfeo, trace
ed è dedicata al culto di Dioniso; era dottrinalmente simile anche
il culto di Demetra ad Eleusi.
La seconda forma di religiosità sebbene compenetrata alla prima
mostrerà sempre la diversità di origine e non eliminerà
mai qella ufficiale, essendo anche vista con sospetto.
|