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TALETE - ANASSIMENE - ANASSIMANDRO
Talete è il capostipite della ricerca delle cause e
del principio (archè) da cui sarebbe scaturita lintera realtà
nelle sue manifestazioni. Per lui tutto, in ultima istanza, è costituito
da acqua. Non sappiamo esattamente che cosa Talete intendesse con questa
affermazione, ma possiamo immaginarlo. Probabilmente aveva in mente, per
esempio, il ghiaccio, il vapore, l'umidità... Insomma, egli non
poteva non notare lassoluta centralità dellacqua nella
vita. Egli osservò poi che il cibo degli esseri viventi è
in buona parte costituito da acqua, così come i semi degli esseri
viventi sono umidi. E' anche possibile ipotizzare perchè Talete
scelse proprio l'acqua come principio: intanto, come abbiamo appena detto,
essa si trova praticamente ovunque, ma poi ha delle caratteristiche che
la rendono ideale come principio esplicativo della realtà: è
incolore, inodore, insapore... In altre parole l'acqua non ha caratteristiche
e quindi può assumerle tutte. Per individuare un principio generalmente
si scelgono cose che abbiano il minor numero possibile di caratteristiche:
l'acqua per Talete, l'aria per Anassimene. Talete affermò che la
Terra galleggiasse sull'acqua. Però Talete non si accontenta di
accettare la tradizione mitologica, ma da buon filosofo argomenta le sue
tesi. Per lui l'acqua è sia sostanza e mutamento continuo (ghiaccio,
vapore, umidità...) la sostanza rimane sempre la stessa: è
sempre acqua. Con Talete cominciano a farsi sentire i primi cenni di astrazione,
ma è ancora molto legato al mondo concreto: è infatti interessante
notare che la parola upokeimenon (la sostanza, ciò che sta sotto)
avrà sì voluto significare in senso astratto che l'acqua
nel corso dei suoi mutamenti rimane sempre acqua, ma era pregna di significati
concreti: concretamente, infatti, la terra, secondo Talete, galleggiava
sull'acqua e di conseguenza l'acqua sta sotto alla terra. L'atteggiamento
di Talete era di attribuire vita alla materia: si parla a tal proposito
di "ilozoismo" (dal greco ulh, materia + zwa, animali). In realtà
si tende ad evitare questa parola perchè suggerisce che partendo
dall'idea di materia inerte Talete e gli altri materialisti le abbiano
attribuito la capacità di movimento e quindi la vita: per Talete,
invece, la materia si è sempre mossa. La risposta è che
questi filosofi presocratici, per dimostrare, partivano da situazioni
chiare per tutti (come il fatto che il magnete sposti il ferro) per poi
estenderle all'intera realtà. Voleva dimostrare che la vita non
c'è solo negli esseri viventi, e per farlo si serve dell'esempio
più chiaro e comprensibile per tutti. Egli si serve della generalizzazione
dell'esperienza: osserva attentamente la realtà e ciò che
ha osservato in determinati casi particolari lo estende.. Il teorema di
Talete dice che un fascio di rette parallele determina su due trasversali
insiemi di segmenti proporzionali. Talete muove dalla convinzione che
larchè, ovvero il principio da cui tutto deriva, sia lacqua
e come pocanzi notavamo - dalla convinzione secondo cui lacqua
sarebbe alla base di ogni realtà, fa addirittura conseguire la
tesi che a noi non può strappare un sorriso secondo
cui la Terra stessa galleggerebbe sullacqua e si troverebbe pertanto
in un equilibrio precario.
ANASSIMENE
Fu dunque il terzo importante filosofo di scuola ionica e si sa che scrisse
alcune opere in dialetto ionico, ma se ne ignora sia il titolo che il
contenuto.
Alcuni frammenti sono citati in opere di autori successivi e quel che
sappiamo di Anassimene qui è stato pescato.
La tesi di fondo sostenuta da Anassimene consisteva nell'affermazione
che principio di tutte le cose è l'aria, la quale è qualcosa
di determinato a differenza dell'apeiron predicato da Anassimandro.
Tuttavia Anassimene sostenne che anche l'aria è infinita e che
non avendo fine è anche eterna.
Dall'aria derivano attraverso condensazione e rarefazione tutti gli altri
elementi, cioè terra, acqua e fuoco.
Questi elementi hanno qualità contrarie, cioè caldo e freddo,
secco e umido.
Inoltre Anassimene affermò anche che l'aria è divina e che
da questo Dio supremo si generano altri dei.
Ciò potrebbe mostrare che l'aria non era per Anassimene solo un
elemento materiale ma un vero e proprio principio "superiore",
tant'è vero che per Anassimene anche la nostra anima è fatta
d'aria, o come sostenevano le più antiche filosofie ariane dell'India,
del quinto elemento, cioè di etere, ovvero di quel soffio vitale
di cui parlano gli antichi Veda e le tarde Upanishad, il pneuma, termine
che sarà poi impiegato per indicare lo "spirito".
Nell'aria Anassimene deve pertanto aver ravvisato anche il principio del
pensiero ed in particolare del pensiero del mondo.
Anassimene ricorse ad un'immagine suggestiva per spiegare come l'aria
generi le varie qualità ed i vari elementi. Disse infatti che l'aria
emessa dalla bocca stretta di un uomo è fredda, mentre quella emessa
da una bocca larga ed aperta è calda, dimostrando così che
la temperatura è determinata dal grado di condensazione e di rarefazione,
non dal fatto che un uomo sia caldo o freddo.
ANASSIMANDRO
la grande innovazione apportata da Anassimandro risiede nellaver
individuato larch non già in un qualcosa di materiale ed
empiricamente constatabile (al pari dellacqua di Talete), bensì
una realtà soprasensibile, forse in base al ragionamento che larch
non può essere una sola delle entità visibili, ma piuttosto
un qualcosa da cui tutte scaturiscano. Per questa via, Anassimandro passa
dal visibile allinvisibile. Tale arch invisibile è da lui
ravvisato nellapeiron, ovvero letteralmente in "ciò
che non ha limiti" (a + peraV). Questo "illimitato" trova
una sua collocazione fisica alla periferia di un universo sferico al cui
centro è posizionata la Terra, dotata di forma cilindrica ed equidistante
dalla periferia (essa è dunque in perfetto equilibrio nella sua
immobilità, senza bisogno di alcun sostegno, nemmeno dellacqua
supposta da Talete). Dallapeiron si generano in primis le "qualità
contrarie" (caldo/freddo, secco/umido, ecc), ossia gli elementi,
giacchè alla natura di ciascun elemento corrisponde una data qualità
(così al fuoco corrisponde il caldo, allacqua il freddo,
ecc). In questo senso, allora, lapeiron manca, oltre che di limiti,
anche di qualità: proprio da questo sostrato aqualitativo nascono
i quattro elementi costituenti la realtà. Non è un caso
che, nelluniverso, ogni cosa sia dotata di limiti precisi: dalla
realtà illimitata (apeiron) nascono tutte le cose e ciascuna di
esse diventa col nascere il limite di tutte le altre (tantè
che nel definirla non facciamo che distinguerla dalle altre. In realtà
la parola apeiron è intraducibile a causa della sua polisemia e
si preferisce non tradurla: in essa ci sono infatti troppi sottintesi
e significati per cui scegliendone uno (che può benissimo essere
corretto) se ne tagliano automaticamente fuori altri altrettanto corretti.
I due significati principali della parola sono "infinito" e
"indefinito", il primo con valenza quantitativa, il secondo
con valenza qualitativa. Per Anassimandro, però, entrambe i significati
erano allo stesso modo contenuti nel termine apeiron. Ora dobbiamo meglio
spiegare perchè Anassimandro abbia scelto come principio proprio
l'apeiron: il principio è quel qualcosa da cui deriva tutta la
realtà, quel qualcosa dove tutta la realtà va a finire e
quel qualcosa in cui tutta la realtà permane. Se il principio è
quindi ciò da cui deriva tutto il resto, Anassimandro deve aver
pensato che esso deve essere una fonte inesauribile di tutto, senza fine.
Già Talete a suo modo aveva effettuato un ragionamento del genere:
l'acqua era per lui il principio di tutto perchè non aveva caratteristiche
e poteva di conseguenza assumerle tutte. L'introduzione dell'apeiron rappresenta
un grandissimo passo verso l'astrazione: esso ancora più dell'acqua
non ha caratteristiche; però per Anassimandro l'apeiron non è
solo infinito, ma anche indeterminato (indefinito): egli è convinto
che il principio non debba avere alcuna caratteristica e quale è
la cosa che ha meno caratteristiche dell'infinito? Anassimandro quindi
si distacca da Talete: l'acqua non è più il principio, ma
è parte integrante dell'apeiron .
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