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LE CROCIATE
Col termine "crociate" s'intendono le spedizioni militari e
coloniali che i feudatari europei occidentali, appoggiati dal clero cattolico
(sia romano che franco-germanico) e con l'appoggio economico dei ceti
borghesi e militare di masse diseredate (prevalentemente di estrazione
rurale), condussero nei paesi del Mediterraneo orientale, nell'area degli
slavi occidentali e dei popoli baltici. Le crociate, che erano propagandate
dal clero come iniziative religiose (ad es. "liberare i Luoghi santi"
di Gerusalemme dai mussulmani), iniziarono alla fine dell' XI secolo e
proseguirono sino alla fine del XIII secolo Sono la prima esperienza di
colonialismo cristiano, da parte della chiesa cattolico-romana.
Parteciparono:
1) i più grandi feudatari (re, duchi, conti, ecc.) che volevano
ingrandire i propri possedimenti, aumentare le entrate e consolidare la
propria influenza in Europa: questi nobili si sentivano minacciati dall'espandersi
delle ricchezze degli emergenti ceti borghesi, che avevano dato vita alla
rivoluzione comunale;
2) i piccoli feudatari (o cavalieri), che costituivano il nucleo meglio
organizzato e preparato delle forze militari crociate. Il beneficio vitalizio,
che l'imperatore concedeva ai vassalli maggiori, trasformandosi in fondo
ereditario, cioè passando in proprietà dal padre al primogenito
(maggiorasco), aveva determinato uno strato numeroso di cavalieri (cadetti)
che non possedevano feudi e che finivano o con l'entrare nei monasteri
facendo la carriera ecclesiastica o col darsi alla ventura, nel tentativo
di procurarsi dei territori, asservendo i contadini ivi residenti;
3) i mercanti più ricchi di molte città (Venezia, Genova
e Pisa soprattutto), che cercavano d'invadere i mercati del vicino Oriente,
eliminando la concorrenza commerciale di Bisanzio e degli arabi;
4) la chiesa cattolica, che era la più grande proprietaria feudale,
aveva come scopo quello di sottomettere la chiesa ortodossa, estendendo
la propria giurisdizione nell'Europa orientale, e ovviamente quello di
cacciare gli islamici dai territori mediorientali e africani: fu essa
che si assunse il ruolo di promotrice ideologica delle crociate;
5) infine ingenti masse proletarie e affamate che cercavano di affrancarsi
dalla servitù della gleba e dalla miseria.
III) Fu la notizia della caduta di Gerusalemme in mano turca (1070) a
fornire il pretesto necessario per scatenare la "guerra santa"
contro gli "infedeli". Verso la fine del sec. XI la Siria e
la Palestina e quasi tutta l'Asia Minore erano cadute sotto i turchi Selgiuchidi,
una popolazione di origine mongolica e di religione islamica, che determinerà
la decadenza politica sia del mondo arabo che del mondo bizantino. Nel
1095, il pontefice Urbano II, rispondendo alla richiesta di aiuto dell'imperatore
bizantino, minacciato dall'invasione turca, invitò tutto l'Occidente
a intervenire militarmente. In particolare egli sospinse gli strati sociali
più poveri a cercare in Oriente il loro riscatto. Ai partecipanti
la chiesa prometteva la dilazione dal pagamento dei debiti, la remissione
dei peccati con le indulgenze plenarie e altre cose ancora. Gli europei
si lanciarono subito nell'impresa, convinti che la conquista dei paesi
mediterranei orientali sarebbe stata facile, in quanto si sapeva che gli
emirati turchi erano tra loro ostili. Inoltre si sapeva che l'impero bizantino
era molto ricco.
IV) La prima crociata (1096) fu detta dei "pezzenti" perché
composta da gente molto povera o contadina, proveniente soprattutto da
Francia, Germania e Italia, che pensava di trovare in Oriente la liberazione
dall'oppressione di feudatari e borghesi proprietari agricoli e nuove
terre in cui insediarvisi. Vi erano anche donne e bambini. Essi erano
disarmati, non avevano né provviste né denaro e lungo la
via verso Costantinopoli si dedicavano al furto e all'elemosina, compiendo
anche violenze a danno degli ebrei. La popolazione (ungara e magiara)
dei paesi attraversati da questi crociati cercò di combatterli
con ogni mezzo. Furono quasi tutti sterminati (circa 4000).
V) La prima vera crociata (sempre del 1096) fu condotta da cavalieri ben
armati ed equipaggiati. Essi conquistarono Edessa (dove fondarono il loro
primo stato), Tripoli, Antiochia e Gerusalemme. I massacri fatti in queste
due ultime città furono spaventosi e imponenti. I bizantini si
dissociarono ben presto dalle imprese dei crociati: sia perché
questi, durante il loro transito, avevano saccheggiato anche delle città
cristiane; sia perché l'idea di una "guerra santa", con
tanto di vescovi, abati e monaci armati di tutto punto, era estranea alla
loro mentalità; sia perché pochi crociati avevano intenzione
di restituire all'imperatore i territori conquistati (in tal senso particolarmente
odiata dai bizantini era l'armata normanna, che si insediò ad Antiochia).
VI) Nei territori conquistati, i crociati conservarono anzi accentuarono
gli ordinamenti feudali esistenti: i contadini (arabi e siriani), già
servi della gleba, dovevano pagare al proprietario delle loro terre una
rendita che toccava il 50% del raccolto; quelli liberi vennero asserviti
con la forza. Nelle città costiere dei loro stati il commercio
era in mano ai mercanti genovesi, veneziani e marsigliesi, che avevano
ottenuto il privilegio di poter costituire qui delle colonie. I crociati
non furono in grado di apportare alcun elemento di novità nella
vita economica dei paesi conquistati, semplicemente perché in quel
periodo le forze produttive, la ricchezza materiale e culturale dell'Oriente
era di molto superiore a quella occidentale. Essi si comportarono soltanto
come ladri e oppressori: di qui la costante lotta con la popolazione locale,
che all'oppressione feudale si era vista aggiungere quella straniera.
VII) Sul piano politico il sovrano dello stato latino aveva un potere
limitato dall'assemblea dei più grandi feudatari. Gli stati erano
divisi tra loro e sostanzialmente senza rapporti con quello bizantino.
Sul piano religioso i sovrani cercavano di sostituire coi loro prelati
il clero bizantino e arabo locale. Per la conquista di nuovi territori
e la cristianizzazione forzata delle loro popolazioni furono istituiti
gli Ordini cavallereschi (quello dei Templari, di origine francese, quello
Teutonico, di origine tedesca e quello dei Giovanniti, di origine italiana).
Erano una specie di ordini religiosi i cui membri, oltre ai voti monastici
di castità-povertà-obbedienza, giuravano anche di difendere
i Luoghi Santi contro gli infedeli. Dipendevano direttamente dal papa.
VIII) La seconda crociata fu causata dalla caduta di Edessa (1144). La
chiesa cattolica riuscì a convincere il re di Francia e l'Imperatore
germanico a muovere contro i turchi. Ma, logorati dall'ostilità
dei bizantini, disgregati da discordie interne, decimati da privazioni
ed epidemie, i crociati vengono sterminati dai turchi presso Damasco (1148).
IX) La terza crociata fu causata dalla caduta di Gerusalemme (1187) per
opera del grande condottiero turco Saladino, che aveva già esteso
la sua signoria sull'Egitto e sull'Arabia occidentale. A differenza dei
crociati, il Saladino non effettuava stragi nelle città vinte ai
cristiani: questi anzi avevano la possibilità di andarsene pagando
un riscatto in oro (un uomo 10 denari, 5 la donna); chi non pagava era
fatto schiavo. Sebbene alla crociata partecipassero i re d'Inghilterra
e di Francia, nonché l'imperatore germanico, i suoi risultati furono
irrilevanti (l'imperatore Federico Barbarossa addirittura vi morì).
Troppe erano le discordie interne: i francesi e gli inglesi, tornati in
patria, si combatteranno a vicenda per il possesso di alcuni territori
in Francia. Gerusalemme, in sostanza, restava in mano turca, anche se
i cristiani vi avevano libertà di accesso. Bisanzio si alleò
ripetutamente coi turchi perché si era accorta che la presenza
latina le causava più danni che vantaggi.
X) Alla fine del XII secolo, papa Innocenzo III, grazie al quale la chiesa
cattolica aveva raggiunto l'apice della sua potenza, bandì la quarta
crociata (1202-1204), cercando di approfittare della morte del Saladino
(1193). Alla crociata, diretta non solo verso l'oriente ortodosso e islamico,
ma anche verso i paesi baltici, parteciparono i feudatari francesi, italiani
e tedeschi (quest'ultimi furono i soli nel Baltico). Essi decisero di
partire da Venezia per servirsi della sua flotta: l'intenzione era quella
di conquistare Gerusalemme dopo aver occupato l'Egitto. Ma Venezia, che
aveva buoni rapporti commerciali con l'Egitto, riuscì a dirigerli
con l'inganno contro la rivale Bisanzio. I crociati, infatti, che non
avevano denaro sufficiente per pagare il viaggio, accolsero la proposta
di prestare aiuto ai veneziani per la conquista della città di
Zara, appartenente al re cattolico d'Ungheria. Indignato, Innocenzo III
scomunicò i crociati, ma subito dopo concesse il perdono nella
speranza che muovessero contro i turchi. Ma durante l'assedio di Zara
venne al campo crociato il figlio dell'imperatore di Costantinopoli per
annunciare che il proprio padre era stato cacciato dal fratello e che
se l'avessero aiutato a ritornare sul trono avrebbero ottenuto grandi
somme e la riunione delle due chiese cristiane. I crociati così
si diressero verso Costantinopoli, ma qui incontrarono la resistenza della
cittadinanza, che non ne voleva sapere dei latini. L'imperatore deposto
venne rimesso sul trono senza spargimento di sangue, poiché il
fratello usurpatore era fuggito dalla città. Ma i crociati pretesero
che accanto all'imperatore fosse nominato con lo stesso titolo anche il
figlio, il quale naturalmente aveva intenzione di mantener fede agli impegni
contratti a Zara. Tuttavia, il tesoro della capitale era vuoto, il patriarca
e il popolo si rifiutavano di riconoscere il papa come capo della chiesa
universale e non avevano alcuna intenzione di pagare i debiti dell'imperatore,
né di concedere privilegi ai crociati e ai veneziani. Per queste
ragioni la popolazione insorse uccidendo sia l'imperatore che il figlio.
XI) Allora i crociati decisero di vendicarsi: irruppero nella città
e per tre giorni la saccheggiarono orrendamente, proclamando l'Impero
latino d'Oriente e dimenticandosi della spedizione contro Gerusalemme.
A capo della chiesa bizantina fu posto un nuovo patriarca, che cercò
di avvicinare la popolazione locale, greca e slava, al cattolicesimo.
Il papato, ufficialmente, condannò il massacro, ma quando vide
che l'imperatore eletto e il patriarca gli riconoscevano piena supremazia
su tutta la chiesa cristiana d'Oriente e d'Occidente, decise di accettare
il fatto compiuto. Tuttavia, più ancora che il papato o i feudatari,
fu Venezia a trarre i maggiori profitti dalla conquista dell'impero bizantino,
del cui territorio essa aveva occupato i 3/8: in particolare, i mercanti
veneziani riuscirono ad ottenere per le loro merci l'esenzione dai dazi
in tutti i paesi dell'Impero.
XII) L'impero latino crollò nel 1261, sotto l'urto dei bulgari,
albanesi e bizantini, aiutati dai genovesi, che temevano la presenza veneziana
nei Balcani. Bisanzio sopravvivrà per altri 200 anni, ma non tornerà
più al suo antico splendore.
XIII) La quinta, la sesta, la settima e l'ottava crociata non ebbero molta
importanza: i crociati subirono altre sconfitte o, nel migliore dei casi,
scendevano a patti coi turchi prima ancora di dare battaglia; e questo
nonostante che i mongoli si fossero alleati con loro contro turchi e arabi.
Il fatto è che dopo la quarta crociata non v'era quasi più
nessuno in Occidente disposto a partecipare a spedizioni lontane e pericolose,
per cui quando i crociati si trovavano in difficoltà non ottenevano
mai gli aiuti e i rinforzi richiesti.
XIV) Nei secoli XII-XIII in Europa si ebbe un notevole aumento della produzione,
la tecnica agricola si era perfezionata, le città si erano sviluppate:
questo può spiegare perché vennero meno le cause che avevano
indotto vari ceti della società occidentale a partecipare alle
crociate. I mercanti, ad es., si accontentarono dei risultati delle prime
quattro crociate, che avevano assicurato l'eliminazione della funzione
mediatrice esercitata dall'impero bizantino tra est e ovest. Dal canto
loro, i cavalieri ebbero la possibilità di entrare nelle truppe
mercenarie dei re nazionali dell'Occidente, l'importanza dei quali andava
crescendo. Molti altri cavalieri vennero utilizzati dalla chiesa cattolica
per colonizzare nuovi territori nel Baltico, al fine di sottomettere gli
slavi e tutta la Russia a Roma, ma l'impresa riuscirà solo in parte.
Bilancio delle crociate
1) Il risultato di maggior rilievo fu la conquista delle vie commerciali
mediterranee, che prima erano controllate da Bisanzio e dai paesi arabi,
i quali entrarono in una profonda decadenza economica.
2) Le città dell'Italia settentrionale (Venezia, Genova e Pisa)
assunsero un ruolo dominante nel commercio con l'Oriente.
3) Si introdussero in Europa occidentale nuove industrie e manifatture
(seta, vetri, specchi...) e nuove colture agricole (riso, limoni, canna
da zucchero...). Compaiono i mulini a vento, sul tipo di quelli siriani.
4) La classe dei feudatari vede aggravarsi la propria crisi, sia perché
ha impiegato molte risorse ottenendo scarsi vantaggi, sia perché
si è rafforzata una nuova classe, la borghesia, ad essa ostile.
5) Le classi popolari, sacrificatesi senza ottenere alcuna contropartita,
si orienteranno verso forme di protesta socio-religiosa (le eresie), ispirate
all'uguaglianza evangelica.
6) I crociati distrussero le ultime tracce di fratellanza tra cattolici
e ortodossi; saccheggiando Costantinopoli, aprirono le porte agli invasori
turchi. La mobilitazione ideologica nella guerra santa segnò il
trionfo dello spirito d'intolleranza e di fanatismo. La chiesa infatti
accentuerà sempre più i fattori autoritari e dogmatici,
legati al suo ruolo di guida suprema della cristianità europea.
CONSIDERAZIONI
Nel suo insieme l'Europa occidentale ha capito l'importanza del danaro
con le crociate medievali; e, di queste, la più importante è
stata la quarta, che ha permesso ai veneziani di monopolizzare i traffici
sul Mediterraneo orientale per circa due secoli, fatta salva la compartecipazione
della Francia, che aveva sostenuto il principale sforzo bellico contro
i bizantini e i musulmani.
Questo spiega perché Spagna e Portogallo, una volta liberatesi
dell'Islam in casa propria, si videro costrette a cercare nuove rotte
commerciali: il Portogallo partì per primo costeggiando e monopolizzando
i punti d'attracco più favorevoli dell'Africa e alcuni punti-chiave
dell'Asia meridionale, dall'India alla Cina. La Spagna, non potendo fare
la stessa cosa, si vide costretta a provare la via dell'Atlantico, ottenendo
alla fine molto di più rispetto ai portoghesi, che pur riuscirono
a conservare sino a metà Ottocento l'intero Brasile.
Tuttavia, il fatto che l'Europa avesse capito l'importanza del denaro
subito dopo il Mille, non può stare a significare che le premesse
di questa scoperta furono proprio le crociate a porle. Le crociate infatti
non furono anzitutto la causa dell'improvvisa ricchezza degli europei,
ma la conseguenza dello sviluppo comunale e mercantile che si era già
verificato in Italia e nelle Fiandre e in parte nella regione hanseatica,
con largo anticipo rispetto a tutto il resto dell'Europa.
I processi sono stati concomitanti: furono le nuove contraddizioni provocate
dallo sviluppo borghese delle città a indurre le autorità
politiche e le popolazioni meno abbienti a cercare una soluzione a queste
contraddizioni attraverso il movimento delle crociate, che fu la prima
forma del colonialismo europeo (peraltro simile a quella che avevano praticato
i romani durante la formazione del loro impero). Un altro tentativo risolutivo
furono i movimenti ereticali, tutti però duramente repressi.
Senza crociate, molto probabilmente in Europa occidentale sarebbero scoppiate
innumerevoli guerre sociali e civili, molte di più di quelle che
produsse lo scontro tra le incipienti nazioni.La conquista ottomana di
Costantinopoli impedì di continuare a usare la politica estera
sul Mediterraneo per risolvere le contraddizioni della politica interna.
La politica estera non poteva più essere legata a un mare, doveva
diventare oceanica.
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