Calvino non è stato trattato bene dal mondo della stampa. Egli stesso, nel 1559, scrisse che "mai un uomo fu assalito, punzecchiato e dilaniato dalla calunnia" quanto lui. Tali parole si sarebbero dimostrate più profetiche di quanto egli avesse mai pensato! Calvino è stato incolpato per la dottrina della predestinazione così chiaramente insegnata da Agostino, dalla maggior parte dei teologi medievali e da tutti i riformatori. Certo, Calvino la accentuò in qualche misura, ma non più di quanto avevano fatto alcuni teologi medievali. Calvino dev'essere giudicato sulla base del contesto dei suoi tempi.
Egli è accusato di essere stato il "dittatore di Ginevra"
in realtà, anche all'apice del suo potere, l'autorità che
egli esercitò fu principalmente di ordine morale anziché
legale; inoltre, prima di poter pubblicare i propri libri, Calvino doveva
ricevere l'approvazione dal Consiglio municipale. Ovviamente, egli non
era perfetto: si rendeva conto da solo di avere un carattere irascibile.
Era intollerante e prendeva per scontato il fatto che l'opposizione al
suo insegnamento non era altro che un'opposizione alla Parola di Dio una
pecca, questa, comune a tanti altri dei suoi tempi e dei nostri. In una
certa misura, la responsabilità della cattiva fama di Calvino sarebbe
da attribuirsi ai suoi discepoli, che spesso sconvolsero l'attento equilibrio
della sua teologia rendendo primaria e fondamentale la dottrina della
predestinazione, quando invece Calvino fu attento a mantenerla nel suo
giusto àmbito. Calvino trasformò Ginevra. A tal punto che
il riformatore scozzese John Knox la dichiarò "la più
perfetta scuola di Cristo sulla terra, dai giorni degli apostoli a oggi.
Io ammetto che altrove Cristo è veramente predicato; ma da nessuna
parte ho mai visto una religione e delle pratiche così autenticamente
riformate". Ciò fu senz'altro l'effetto della rigida disciplina
di Calvino, il quale, a quelli che non amavano tale disciplina, riservò
questo suggerimento: "Farebbero bene a costruirsi una città
dove poter vivere a loro piacimento, visto che non vogliono vivere qui,
sotto il giogo di Cristo". Poteva essere, tuttavia, anche la conseguenza
di un massiccio afflusso in città di profughi francesi e di altre
nazioni, attirati soprattutto dalla loro ammirazione di Calvino. |