VITA E FILOSOFIA DI LUTERO ED ERASMO Le figure di Erasmo e Lutero sono legate a quello che fu probabilmente
il dibattito teologico più importante della storia. Lutero finì
col risalire al pensiero di Agostino e, grazie al suo fortissimo sentimento
della peccaminosità dell' uomo, si fermò sull' Agostino
dell' ultimo periodo, a quello dell' aspra polemica anti-pelagiana, tutta
accentrata intorno ai grandi temi del peccato, della grazia e della predestinazione.
Il 31 ottobre 1517, Lutero affiggeva alla porta della cattedrale di Wittenberg
95 tesi che, denunciando lo scandalo delle indulgenze e gli abusi pratici
del tempo, investivano l' essenza teologica del peccato, della penitenza,
dell' indulgenza. La remissione dei peccati a pagamento scatenò
davvero l' ira di Lutero; curiosamente, però, non fu tanto l' estrema
corruzione della Chiesa la causa della sua ira, quanto piuttosto il fatto
che secondo la Chiesa Cristo e i Santi avessero accumulato una quantità
immensa di meriti, che non solo bastarono loro per accedere al Paradiso,
ma furono pure d' avanzo: la Chiesa immaginava quindi una specie di "
banca " dei meriti accumulati da Cristo e dai Santi, di cui la Chiesa
poteva disporre a suo piacimento. Per Lutero l' uomo non può avere
meriti, e quindi i santi sono santi perchè hanno avuto fede e non
perchè hanno avuto meriti. Il gesto del 1517, che noi siamo portati
a considerare come audace, non aveva in realtà nulla di rivoluzionario
o insolito: era nella tradizione accademica del tempo ( era da poco stata
inventata la tipografia ) l' affiggere simili tesi e invitare alla pubblica
discussione; ma il sentimento della Germania, che vedeva in Lutero un
eroe nazionale, era così eccitato e l' ostilità contro lo
sfruttamento della Chiesa romano era così viva, che attorno a lui
sorse immediatamente una opinione pubblica favorevole. La Chiesa romana
non rimase con le mani in mano e nel 1520 fu lanciata la bolla "
Exsurge domine " minacciante Lutero di scomunica se non avesse ritirato
entro breve termine le sue affermazioni; ma nel dicembre di quell' anno
fu pubblicamente bruciata dal riformatore, che rompe così ogni
rapporto con la Chiesa cattolica.. I veri sacramenti sono l' eucarestia
prima di tutto: Lutero accettava la presenza reale del corpo e del sangue
di Cristo nel pane e nel vino, ma condannava come assurde le spiegazioni
filosofiche fondate sulla dottrina di un pagano come Aristotele e perciò
la tesi della transustanziazione veniva fatta cadere e lo stesso vocabolo
era giudicato " mostruoso e frutto di fantasia ". Il significato
della messa veniva a cambiare sostanzialmente: la messa non é un
sacrificio, non é un' offerta a Dio, le preghiere sono solo un
accessorio; essa é solo la fede nella promessa e il resto é
stimolo all' empietà. Quanto alla confessione, Lutero afferma che
osservare la folla dei propri peccati é deprimente e non é
in grado di portare pentimento: ciò che conta é solo la
fede nella promessa del perdono. Compito del confessore non é di
cancellare i peccati, ma di dare conforto. Il battesimo, infine, non é
il rito che lava il peccato, ma il simbolo della morte e della resurrezione.
Il messaggio rivoltoso di Lutero tende ad assumere istanze politiche:
egli si rende conto che da solo non può farcela e deve trovare
qualcuno che appoggi le sue tesi: i suoi messaggi vennero visti come rivoluzionari
sul piano politico, sebbene non fosse affatto sua intenzione scatenare
una rivolta politica. Lutero potè scegliere se cercare l' appoggio
dei re e dei principi tedeschi, che volevano anch' essi allontanarsi dalla
Chiesa romana non tanto per motivi religiosi, quanto piuttosto per diventare
politicamente indipendenti e magari formare uno stato: liberarsi della
Chiesa romana significava anche impadronirsi di tutti i suoi beni in Germania:
conventi, chiese e altro; Lutero poteva poi cercare l' appoggio dei cavalieri
( Ritten ), ossia la piccola nobiltà propensa per un ritorno al
feudalesimo e infine i contadini, che vedevano nelle teorie di Lutero
( e soprattutto nel sacerdozio universale e nel libero esame ) una forma
di uguaglianza; a loro avviso dall' uguaglianza spirituale si sarebbe
arrivati all' uguaglianza sociale ed economica; tra i contadini vi era
poi una fascia più moderna che aspirava alla proprietà privata.
Erasmo passerà gran parte della sua vita in terra straniera: a
Venezia, in Inghilterra, in Olanda, a Roma. L' impressione che farà
Roma su di lui é fortissima, ma antitetica rispetto a quella che
fa su Lutero: Erasmo scopre infatti soprattutto la Roma classica, Lutero
quella papale, corrotta come non mai. Sul piano culturale, Erasmo esprime
la cultura di quell' alta società del suo tempo che ha i mezzi
tecnici ( denaro e tipografia ) per dar corpo al suo sogno umanista: diffondere
le scritture tra il popolo. Lutero invece tradusse in tedesco la Bibbia
e questo fatto ebbe valenze nazionali in Germania. Nello stesso tempo
parecchi impegni di lavoro lo costrinsero a spostarsi di continuo e non
bisogna quindi stupirsi se gli passò inosservata una lettera che
Lutero gli aveva fatto recapitare: in essa vi erano alcune critiche alla
sua traduzione latina del Nuovo Testamento; Erasmo la riceve il 19 ottobre:
Lutero muove critiche all' interpretazione erasmiana del pensiero di san
Paolo ( tanto caro a Lutero ), e cioè proprio la questione di fondo
che 8 anni dopo avrebbe costituito il fulcro della disputa sul libero
o servo arbitrio. Sostanzialmente Lutero accusava Erasmo di non aver capito
la teologia paolina, specie per quel che riguardava la giustificazione
per fede. Erasmo non rispose, ma é molto probabile che non avvertisse
la profondità e la serietà di fondo delle obiezioni luterane:
preso dal turbine della sua attività in quell' operosa fine d'
anno le scambiò, probabilmente, per sottigliezze letterarie. .
Tuttavia Erasmo, se é vero che non vuole essere catalogato come
luterano, é altrettanto vero che non vuole neppure essere definito
anti-luterano: egli é pienamente consapevole della corruzione della
Chiesa. Nel frattempo Lutero viene scomunicato e la Chiesa cerca di farlo
" sparire ", ma egli, con l' aiuto di Federico di Sassonia,
riesce a non farsi prendere: Erasmo arriverà perfino a scrivere
a Leone X in difesa di Lutero: conduce una strenua battaglia in nome della
pace religiosa e della tolleranza. Ma se Erasmo non aderì al Luteranesimo
non fu certo solo perchè vedeva nel frate rivoltoso una figura
poco moderata: per Erasmo, a differenza di Lutero, il centro del cristianesimo
é la carità; va poi detto che Erasmo era troppo razionalista
per concepire la ragione come strumento della fede, come arma di lotta
e non abbastanza razionalista per condurre fino in fondo quell' esame
critico della ragione che farà di Cartesio il laicizzatore del
libero esame: in fin dei conti Erasmo rimane un " sorpassato "
a cui manca un temperamento: troppo tiepido per la fede, fu anche troppo
tiepido per la ragione e rimase un compiaciuto degli studi letterari quando
già il compiacersi di questi studi costituiva un estetismo e non
più un mezzo di liberazione e di trasformazione della realtà.
Il libero e il servo arbitrio . Nello scegliere l' argomento per la sua
disputa con Lutero Erasmo vide giusto: la questione del libero o del servo
arbitrio é fondamentale per la causa della riforma. Di ciò
Lutero stesso gli dà atto dicendo: " qui é il perno
della nostra discussione; qui si trova il nodo del problema: ciò
che noi cerchiamo di sapere é questo Erasmo ha colto nel segno
indicando nel libero arbitrio ( o nel servo arbitrio ) il fulcro del problema,
la pietra angolare sulla quale si innalza l' edificio dell' Umanesimo
( o della Riforma ), ma sembra non esservisi impegnato molto. O, almeno,
scrive con pacatezza, senza calore, con ordine, ma senza entusiasmo. La
sua padronanza di sè sembra più una difesa d' ufficio, compiuta
per dovere, che un' arringa appassionata compiuta per convinzione. Non
che Erasmo non fosse assolutamente convinto della verità del libero
arbitrio: sembra piuttosto non convinto della necessità di dover
perdere tempo, sottraendolo ai suoi studi, per portare simili questioni
in piazza, costrettovi da Lutero che ha fatto della religione una questione,
appunto, di piazza. Il " De servo arbitrio " appare a Wittenberg,
infatti, a fine dicembre. Lutero mise tutto se stesso nella realizzazione
di quest' opera che, fra tutte, gli fu sempre particolarmente cara. Il
suo compito fu agevolato dalla stessa mancanza di struttura filosofica
dell' opera di Erasmo: infatti il " De servo arbitrio " é,
più che un lavoro di teologia sistematica, un lavoro di teologia
biblica. In questo lavoro la padronanza di sè di Lutero é
più apparente che effettiva: in realtà, sotto una veste
che formalmente vuole sembrare oggettiva e distaccata, brucia uno spirito
ardente ed infiammato. |