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DEMOCRITO DI ABDERA
LA TEORIA ATOMISTICA
Le difficoltà che l'eleatismo opponeva alla considerazione
del moto e della molteplicità sono affrontate da Democrito mediante il
chiarimento delle proprietà, intrinseche all'essere, concepito come realtà
fisica, e l'affermazione del non-essere, cioè del vuoto. Democrito
ritiene che la materia di ciò che è eterno consiste in piccole
sostanze infinite di numero; e suppone che queste siano contenute in altro
spazio, infinito per grandezza; chiama lo spazio coi nomi di "vuoto"
e di "niente" e di "infinito", mentre dà a ciascuna
delle sostanze il nome di "ente" e di "solido" e di
"essere". Egli reputa che le sostanze siano così piccole
da sfuggire ai nostri sensi; e che esse presentino ogni genere di figure
(e forme) e differenze di grandezza.
Da queste sostanze, dunque, che egli considera come elementi, fa derivare
e combinarsi per aggregazione i volumi visibili e in generale percettibili.
Gli atomi lottano e si muovono nel vuoto, a causa della loro disuguaglianza
e delle altre differenze ricordate, e nel muoversi si incontrano e si
legano in un collegamento tale che li obbliga a venire in contatto reciproco
e a restare contigui. Ma non si produce così una qualsiasi natura
unica: perché è certamente un'assurdità il pensare che due
o più possano mai divenire uno.
Del fatto che le sostanze rimangano in contatto tra di loro per un certo
tempo, egli dà la causa ai collegamenti e alle capacità degli atomi: alcuni
di questi, infatti, sono irregolari, altri uncinati, altri concavi, altri
convessi, ecc...; ed egli reputa dunque che gli atomi si tengano attaccati
gli uni agli altri e rimangano in contatto solo fino a quando, col sopraggiungere
di qualche azione esterna, una necessità più forte non li scuota
violentemente e li disperda in varie direzioni.
Egli attribuisce il nascere ed il suo contrario, il disgregarsi, non soltanto
agli animali, ma anche alle piante e ai mondi, insomma a tutti quanti
gli oggetti sensibili. Se dunque il nascere è aggregazione di atomi
e il dissolversi è disgregazione, anche per Democrito il divenire
non è che modificazione di stato
INDIVISIBILITA'
La costituzione atomistica dell'universo è affermata
a partire dall'impossibilità di dividere all'infinito la materia:
essa, pur essendo divisibile, non può essere divisa all'infinito,
pena la sua scomparsa. Occorre quindi che rimanga qualcosa di non divisibile:l'atomo
Se si ammette la divisione del corpo, ciò che si può dividere
deve essere in un qualche modo già diviso e quindi deve essere
composto di parti in contatto tra loro e tra loro separabili; ma ciò
che divide un corpo è una realtà altra del corpo, poiché
è impossibile che il corpo divida se
stesso: dunque il corpo divisibile è costituito da un'insieme di
parti, divise tra di loro da ciò che non è corpo, cioè
dal non essere in quanto vuoto. Ma se si ammette il vuoto come condizione
necessaria per la divisione e la molteplicità, è assurdo
postulare la divisibilità all'infinito dell'essere. Ciò
significherebbe che l'essere è divisibile in ciascun suo punto.
Ma poiché il corpo può essere diviso in quanto è
già in atto diviso dal vuoto, chi ammette la divisione all'infinito
dovrà anche convenire che "allora non resterà più
nulla e il corpo verrà ad essere dissolto nell'incorporeo"
così che "il corpo risulterebbe composto o di punti, i quali
sono privi di grandezza, o addirittura di nulla".
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